Mercoledì 4 ottobre | Il racconto del primo giorno di Flm 2017

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Mercoledì 4 ottobre | Il racconto del primo giorno di Flm 2017

“Oggi la città ritorna alle origini: tante lingue, tante culture con il lungomare delle migrazioni”: la terza edizione del Festival delle Letterature Migranti si è aperta con l’intitolazione dell’anello più stretto della Cala a tutti coloro che hanno lasciato Palermo o che vi sono giunti; le parole del sindaco Leoluca Orlando ci hanno ricordato che nella nostra città nessuno è migrante, nessuno è straniero, ma ognuno di noi è persona.

È stata una lunga ma stimolante giornata, in cui si sono succeduti incontri, momenti di discussione e confronto, commozione e sorrisi, riflessione in sala e divertimento in piazza. Nell’arco del primo giorno di Flm 2017 abbiamo affrontato il tema della migrazione, fisica e mentale, da tanti punti di vista: sul palco e al museo, attraverso le parole dei libri e quelle dei traduttori.

Abbiamo iniziato parlando dell’importanza della traduzione e della mancanza di un fondo dedicato in Italia e della petizione lanciata da Strade per la sua istituzione: per firmarla, cliccate qui.

Abbiamo parlato poi di letteratura e di femminilità, di donne che scrivono con pseudonimi maschili, di questioni di genere e scrittura nell’incontro Se raccontare è sconfinare, è dialogare; e sempre di donne, tema quanto mai attuale e che merita una riflessione approfondita, abbiamo discusso con Cecilia d’Elia e Giorgia Serughetti.

Di minoranze e della loro rappresentazione nello spazio pubblico abbiamo parlato con Michele Cometa, Alessandra Di Maio e Giulia De Spuches. Siamo stati risucchiati in una girandola di eventi: nell’arco del pomeriggio abbiamo ascoltato Frank Westerman e Giorgio Vasta discutere di terrorismo, Fabrice Olivier Dubosc e Nijmi Edres addentrarsi nei misteri del linguaggio, Giosuè Calaciura e Gesuino Nemus spostare il proprio punto di vista dal particolare al generale, da Borgo Vecchio e dall’Ogliastra al mondo.

Gli incontri si sono susseguiti senza sosta: e tra una riflessione e l’altra siamo rimasti affascinati dal robot “umano, troppo umano” che leggeva Asimov, dalla umanità e dalla serena affabilità di Ramin Bahrami, dal fascino dolente dell’arte di Massimo Sansavini e dalla enigmatica bellezza del Settimo Uomo.

Abbiamo concluso la giornata sul palcoscenico: quello del Teatro Biondo che ha ospitato Lingua di cane di Giuseppe Cutino e Sabrina Petyx e quello di piazza Bellini, punto focale della manifestazione, che ha visto protagonista Preziosa Salatino e il suo commovente omaggio a Pier Paolo Pasolini con Straziante bellezza del creato.
In chiusura, il cuore pulsante del festival ha vibrato al ritmo del Trio Nahawanda.

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