Il programma di giovedì 5 ottobre

PAGINE DAL FESTIVAL
5
Ott

Il programma di giovedì 5 ottobre

Dopo la straordinaria apertura di ieri, il Festival delle Letterature Migranti prosegue con la seconda giornata e un ricchissimo calendario di eventi.
Mentre alcuni dei nostri autori sono impegnati in incontri non aperti al pubblico con i ragazzi delle scuole, alla Gam – Galleria d’Arte Moderna c’è spazio per i più piccoli, con un laboratorio pensato per loro.

Alle 11:00 ci spostiamo al Complesso monumentale di Sant’Antonino per riflettere sulle sfide che comporta tradurre le letterature postcoloniali tra specificità culturali, ibridismo e contaminazioni linguistiche, con Daniele Petruccioli e Alessandra Di Maio.

Contemporaneamente al Conservatorio Vincenzo Bellini si potrà assistere alla prova generale del concerto di Ramin Bahrami insieme con i solisti e l’ensemble d’archi del Conservatorio, vivendo con alcune ore di anticipo le emozioni e la magia del concerto vero e proprio previsto per la sera.

Di libertà di migrare ci parleranno Flore Murard Yovanovitch, Valerio Calzolaio e Salvatore Cavaleri, alle ore 12:00 al Complesso monumentale di Sant’Antonino.

Dopo una breve pausa, il pomeriggio si riparte: alle ore 16:30 al Museo Internazionale delle Marionette A. Pasqualino, a pochi mesi dalla sua scomparsa, Antonino Buttitta rivive attraverso il ricordo di allievi e colleghi, tra riti e sapienze popolari, fiabe e miti.

Alle 17:00 all’Archivio storico comunale, conosciamo Mia Lecomte con “Al museo delle relazioni interrotte” (Lietocolle), una raccolta di poesie di addii e lacerazioni, relazioni interrotte ma non perdute, in grado sempre di considerare un arricchimento qualsiasi esperienza vitale, del presente o del passato.
Contemporaneamente il Museo Salinas sarà animato da danze e racconti orali della comunità Tamil di Palermo.

Alle 17:30 a Palazzo delle Aquile Irene Chias si confronta con Elisabetta Jankovic mettendo in relazione l’Europa, ed esattamente Milano, con un’Africa – il Senegal e non solo – al contempo reale e immaginaria.
Sempre alle 17:30, al Caffè del Teatro Massimo, spazio a Lingua di cane. Dal processo creativo alla messa in scena, che ripercorre la genesi dello spettacolo teatrale che abbiamo avuto modo di ammirare ieri al Teatro Biondo.

Alle 18 l’imbarazzo della scelta tra una varietà di incontri differenti ma tutti stimolanti. Alla Libreria San Paolo i rappresentanti delle grandi religioni monoteiste, Francesco Bonanno, docente d’ebraico biblico, il Pastore della Chiesa Valdese Peter Ciaccio, Pietro Magro, responsabile UPEDI e l’imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini dialogheranno intorno al tema dello ius soli, di cittadinanza e integrazione.
A Giurisprudenza Anilda Ibrahimi e Francesca Melandri raccontano due storie in cui la presenza italiana in Albania e in Etiopia, viaggiando nello spazio e nel tempo, fa irruzione nel presente scompaginando i destini e modificando nel profondo la percezione dell’umano.
Al teatro Garibaldi la regista Sue Clayton proietta il suo film Calais Children: a case to answer, un avvincente documentario di 62 minuti in cui ci racconta il destino dei 1900 minori non accompagnati che furono scoperti nella giungla di Calais quando questa fu sul punto di essere distrutta nell’ottobre del 2016.
Ed infine a Piazza Bellini si potrà giocare con un vero e proprio juke box letterario, dove sarà il pubblico a scegliere quale brano ascoltare da una selezione di libri delle case editrici della rete palermitana Editori allo scoperto e un lettore-editore, armato solo di un leggio e della propria voce, animerà la piazza con le parole di autori contemporanei.

Si continua alle 18:30 all’Archivio Storico Comunale con la seconda parte della nostra conversazione con Daniele Petruccioli che stavolta ci parla dell’importanza della figura del traduttore e di come spesso questa venga dimenticata da chi produce e legge libri tradotti.

Accogliente e problematica, calorosa e disarmante: l’artista austriaco Uwe Jaentsch e la scrittrice georgiana Ruska Jorjoliani si confrontano per visioni e punti di vista sulla paradossale e caleidoscopica città di Palermo alle ore 19:00 a Palazzo delle Aquile.

Alle 19.30, all’Archivio Storico Comunale un incontro che mette in luce la Siria di oggi: Shady Hamadi, autore di “Esilio dalla Siria. Una lotta contro l’indifferenza” (add editore) dialogherà con Francesca Borri, autrice di “Ma quale paradiso? Tra i jihadisti delle Maldive”, (Giulio Einaudi Editore), un reportage sorprendente per capire il fondamentalismo islamico da un luogo dove primo e terzo mondo sono divisi ma vicini e il loro contrasto è illuminante, le Maldive, meta consueta del turismo di massa ma con il più alto numero pro capite di foreign fighters.

Alle 20:00 a piazza Bellini, spazio al teatro con Coriolano (l’arte di non capirsi) con Cristina Coltelli.

Ed eccoci alla sera: alle 21, al Conservatorio Vincenzo Bellini, l’attesissimo concerto di Ramin Bahrami con l’ensemble d’archi del Conservatorio diretto da Ignazio Maria Schifani che comincia con un omaggio all’amore di Bach per l’Italia e in particolare per la musica di Vivaldi. Al
Concerto per mandolino e archi Rv. 425 (solista Raffaele Pullara) fanno seguito due grandi
capolavori bachiani: il Concerto per 2 violini BWV 1043 (solisti Riccardo Porrovecchio e
Riccardo Obiso) e il Concerto per 2 pianoforti BWV 1060, nel quale Ramin Bahrami si esibisce
al fianco di Dorotea Cei.

Ma se avete già assistito alle prove del concerto del pomeriggio, potrete in alternativa scegliere di recarvi a piazza Bellini per incontrare la grande fotografa Letizia Battaglia, oppure a Palazzo Branciforte per la visione di The Seasons in Quincy: Four Portraits of John Berger, un film di Bartek Dziadosz, Colin MacCabe, Christopher Roth, Tilda Swinton, diviso in quattro distinti capitoli che seguendo il susseguirsi delle stagioni ci dicono qualcosa del John Berger politico, intellettuale, critico d’arte, ma prima di tutto, uomo.

Si chiude in bellezza a piazza Bellini, cuore pulsante del festival che si anima di musica e colori con i Booku Ndal, un gruppo rap formato da tre ragazzi arrivati in Europa da Senegal e Gambia.

[La foto è di Iole Carollo – Église].

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