Flm visto da IoStudio News: Sciascia: l’eco di un grande scrittore

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Ott

Flm visto da IoStudio News: Sciascia: l’eco di un grande scrittore

Di Valeria Cannizzaro

Ieri pomeriggio al Festival delle letterature migranti l’argomento centrale è stato Leonardo Sciascia, nato a Racalmuto l’8 gennaio 1921.

Archivio Storico comunaleL’incontro, moderato da Beatrice Agnello e svoltosi ieri presso l’Archivio Storico Comunale, doveva essere un confronto tra Maria Rizzarelli, docente di Letteratura contemporanea e arti visive all’Università di Catania, e Roberto Andò, ma quest’ultimo, impegnato a Roma per un film, ci ha lasciato un breve filmato in cui ha parlato dello scrittore. Si è soffermato sul rapporto di amore e odio che Sciascia aveva con Palermo, ripercorrendo alcuni momenti centrali della sua vita e ponendo enfasi sul momento in cui lo lo scrittore di Racalmuto scelse Palermo e si trasferì a Villa Sperlinga, nonostante il suo amore per la villa Liberty in via Dante. Sciascia amava Palermo e amava i taxi in un’epoca in cui nessuno li amava.

Era tanto geniale quanto contraddittorio. Durante l’incontro ci siamo soffermati su un aspetto importante della letteratura sciasciana: il suo rapporto con le immagini. L’opera di Rizzarelli, intitolata Sorpreso a pensare per immagini. Sciascia e le arti visive, riflette sul rapporto dell’autore con le immagini. L’autore, infatti, nel corso della sua vita si dedicò all’analisi della pittura e fu introduttore di cataloghi artistici. Inoltre, Sciascia pensava ai suoi libri già “vestiti” quando lavorava per la casa editrice Sellerio perché si occupava personalmente di sceglierne le copertine. La modernità di Sciascia non sta soltanto nell’aver rivalutato l’importanza delle immagini, ma per aver dimostrato come parole e immagini possano realmente coesistere e stare insieme allo stesso livello, creando una realtà unica nelle sue opere. Lo studio di Rizzarelli evidenzia come nelle opere narrative e nei romanzi “polizieschi” in particolare, le immagini non rappresentano citazioni inerti, ma fungono da tessere incastonate con eleganza nel mosaico del racconto.

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