Domenica 8 ottobre | Il racconto del quinto giorno di Flm 2017

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Domenica 8 ottobre | Il racconto del quinto giorno di Flm 2017

La quinta e ultima giornata della terza edizione del Festival delle letterature migranti si è aperta con una riflessione sulla periferia che spesso viene considerata marginale e altro rispetto alla città. Mentre piazza Bellini, centro nevralgico della manifestazione, ospitava una folla di bambini impegnati in laboratori creativi, Salvatore Cavaleri e Grazia Bucca ci hanno offerto una chiave di lettura diversa da quella usuale sottolineando come bisogni partire dalla periferia e non dal centro per comprendere una città.

Dal mondo fotografico di Grazia Bucca siamo passati a quello cinematografico a Palazzo Branciforte e abbiamo assistito ad un dialogo fra Dario Zonta, autore de L’invenzione del reale, e Giovanni Columbu. La riflessione si è appuntata sul cinema italiano e sulla necessità di fare una mappatura sulla sua direzione: il cinema italiano è un’arte che sta migrando, che attraversa gli stili e i generi.

Successivamente ci siamo catapultati nel mondo dei populismi attraverso le parole di Marco Revelli e Enrico Del Mercato e abbiamo capito che i populismi hanno punti in comune e utilizzano parole simili perché nascono da un’insoddisfazione nei confronti della politica. La nostra mattinata si è conclusa con una riflessione sul traduttore dragomanno, le cui caratteristiche fondamentali sono curiostià ed empatia. Chi lavora con le lingue si allena a vivere in una condizione di spaesamento: e grazie alle parole di Gioia Guerzoni e Carlo Giordano la nostra mente viaggiava nel Vicino Oriente.

Il pomeriggio si è aperto con un due incontri: da una parte abbiamo rivissuto Palermo attraverso gli occhi di Sciascia. Grazie a Barbara Rizzarelli, Beatrice Agnello e il filmato di Roberto Andò abbiamo imparato a leggere Sciascia con un’altra chiave di lettura: quella delle immagini. La modernità del’autore, infatti, non sta soltanto nell’aver rivalutato le immagini ma nell’averci dimostrato come parole e immagini possano stare insieme e allo stesso livello.

Dall’altra parte abbiamo rivissuto i traumi italiani del ‘900 grazie al pensatore Corrado Stajano, definito “instancabile indagatore dell’autobiografia della nazione”, che ha dialogato con Marco Revelli e Davide Camarrone.

Nella suggestiva Chiesa di Sant’Antonio Abate nel complesso dello Steri, Giovanna Fiume ha coinvolto il pubblico con una vera e propria lectio magistralis sulle carceri del palazzo. In un altro luogo carico di fascino e di mistero, l’Archivio Storico Comunale, Fulvio Abbate, insieme a Masha Sergio, ha descritto la periferia della città parlando del suo Zero maggio a Palermo, “non un romanzo su Palermo ma un romanzo di Palermo”.

Ci siamo spostati a Palazzo delle Aquile e abbiamo rimesso piede nel mondo del traduttore; abbiamo analizzato lo stile del libro di Patrick Ourednick Europeana. Breve storia del XX secolo, sia nella sua versione originale in ceco, sia nella traduzione in francese e in italiano. Tutte e tre le versioni, in modo diverso, adottano degli stili che restrituiscono un effetto galleggiante per raccontare un secolo, il XX, che non è certamente gerarchizzabile.

Dalla storia ci siamo spostati alla geografia grazie al dialogo intercorso tra Franco Farinelli e Giulia De Spuches , durante il quale ci siamo soffermati sui termini legati alla geografia che usiamo nel nostro quotidiano e sulla storia di tale disciplina che affonda le sue origini con il pensiero dei filosofi pre-socratici.

Dalla geografia alla musica, attraverso le parole di Alessandro Portelli, fan di Bruce Springsteen, ci siamo soffermati sulla storia di un cantante che è anche la storia di un popolo. Il libro ci ha offerto una lente di lettura non soltanto per decifrare la storia di un uomo ma di una nazione.

Di nuovo a Palazzo delle Aquile, abbiamo incontrato i giovani autori protagonisti del workshop residenziale di scrittura promosso dal festival. L’antologia dei loro racconti parla di migrazioni che sono spostamenti non fisici, di luogo, ma migrazioni nel tempo, nella coscienza, nel processo di crescita dell’individuo.

L’ultimo incontro della manifestazione si è svolto al circolo Arci Porco Rosso: sono stati proiettati i filmati realizzati dai sei minori stranieri non accompagnati che hanno partecipato al progetto Attraverso Palermo curato dal Centro Sperimentale di Cinematografia. Insieme abbiamo riflettuto sull’intraducibilità.

Cala il sipario sulla terza edizione del Festival delle Letterature Migranti: siamo felici delle riflessioni scaturite dai singoli incontri e di avere cercato e trovato insieme nuovi strumenti di comprensione e interpretazione del contemporaneo. L’affetto della città di Palermo ci ha riempito di gioia: adesso ci godiamo l’abbraccio del pubblico che ha gremito le nostre sale e il ricordo di queste splendide giornate.

 

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