Flm visto da IoStudio News: il secolo di Piombo: i Giorni di mafia a Palermo

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9
Ott

Flm visto da IoStudio News: il secolo di Piombo: i Giorni di mafia a Palermo

Di Mariacarmela Misuraca

In occasione della Terza edizione del Festival delle Letterature Migranti, si è svolto ieri un evento con lo scrittore e giornalista Piero Melati, presso l’Archivio Storico comunale di Palermo.

L’incontro ha voluto ripercorrere le vicissitudini che hanno colpito nel profondo la città di Palermo, raccolte all’interno dell’ ultima opera di Melati, Giorni di mafia. Dal 1950 a oggi:quando, chi, come: dalla fine degli anni ’60, con la strage di viale Lazio, agli anni ’90, con l’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino. Il tutto visto attraverso gli occhi dello stesso Melati, il quale ha fatto parte del noto giornale L’Ora e che ha seguito da vicino la guerra di mafia e il primo maxi processo a Cosa Nostra.

Palermo ha vissuto un periodo di migrazione, in cui palermitani dell’entroterra hanno deciso di spostarsi dalle campagne alla città. Questo è stato il momento in cui si è venuto a creare un vero e proprio regime: ogni ruolo nel pubblico, dal ministro al bidello, doveva essere accettato da questa associazione criminale di cui si sapeva l’esistenza ma non si sapeva cosa fosse.

“Gli eventi che hanno colpita Palermo non solo l’hanno profondamente ferita- dice il moderatore dell’incontro Davide Camarrone- ma le hanno tolto anche quel ruolo privilegiato che ha sempre avuto la Sicilia e Palermo in particolare: quello di essere al centro del Mediterraneo”.

Ciò che compie Melati all’interno della sua opera è una vera e propria rilettura degli avvenimenti che hanno colpito Palermo. La mattanza di Palermo può essere pienamente compresa se al suo interno vi inseriamo diversi fattori, come i romanzi, i film, il costume, il cibo, il gergo, gli avvenimenti politici, sociali e di ‘colore’ che hanno fatto da contorno a questi stessi avvenimenti.

L’incontro si è concluso con una riflessione da parte dello stesso Melati: ” Cosa nostra può essere paragonata al Castello Utveggio, posto sul promontorio di Monte Pellegrino: si sa che non è stato molte cose, ma non si sa cosa è oggi e che funzioni abbia”.

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