21 ottobre 2018 | Il racconto della quinta giornata di Flm 2018

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21 ottobre 2018 | Il racconto della quinta giornata di Flm 2018

La quarta edizione del Festival delle Letterature Migranti volge al termine: domani ci sarà spazio ancora per il grande evento di chiusura, la sonorizzazione dal vivo di “Intolerance” di D.W. Griffith, in prima esecuzione assoluta, alle 20 al Teatro Massimo, con quattro musicisti che non hanno bisogno di presentazione: Giulia Tagliavia, Marco Betta, Marco Cappelli, Domenico Sciajno.

La quinta giornata di Festival ha avuto inizio alle 11 allo Steri, con la presentazione del libro “Lei è un altro paese” di Saleh Addonia, in dialogo con Maike Albath; l’autore ha parlato del concetto di casa, che per lui è labile: la lontananza dal suo Paese di origine lo fa sentire sradicato e privo di un luogo in cui sentirsi davvero a casa.

Sempre alle 11 c’è stato spazio anche per la presentazione di “Guerrieri di sogni” di Viviana Mazza, a confronto con Lucia Porracciolo; l’autrice ha parlato della complessità dello scrivere per i ragazzi, mettendo in evidenza la difficoltà nel trovare un registro linguistico immediato e credibile.

Due appuntamenti anche alle 12: seguitissima la presentazione del libro di Antonella Maggio e Daniela Bonavia “Il fantasma di Zabut”, che hanno dialogato con Giovanna Fiume in una Biblioteca Vittorietti stipata di pubblico, e quella della collana “Mediterraneo Sponda Sud”, con Alessandro Dal Lago che, in Chiesetta, ha interloquito con il Direttore del festival Davide Camarrone; insieme hanno discusso della natura ampia e onnicomprensiva del concetto di migrazione, che racchiude non solo gli spostamenti fisici, ma anche quelli linguistici e culturali.

Il pomeriggio si è aperto con la proiezione del documentario “Dreaming Murakami. Storia di una traduttrice”
di Nitesh Anjaan (58 min.), per la sezione Lost and Found (in Translation). Intanto, nel chiostro dello Steri presentavamo “La terra scivola” di Andrea Segre: un romanzo in cui, come ha dichiarato l’autore, Tor Pignattara, luogo da cui l’espediente narrativo prende le mosse, non è che un pretesto per raccontare temi universali.

Gli incontri si sono succeduti a ritmo incalzante: è stato presentato il progetto e proiettato il documentario “Futuri maestri”, realizzato dal Teatro dell’Argine e dell’ITC di San Lazzaro di Savena: un momento di riflessione sul teatro, condotto dal curatore della sezione “Il corpo delle storie”, Giuseppe Cutino.

Intanto, in Chiesetta, Donatella di Cesare ha parlato del suo “Stranieri residenti”. Con lei hanno dialogato Clelia Bartoli e Davide Camarrone; un pubblico attento e partecipo ha subissato la filosofa di domande: il tema dell’incontro era quello del diritto di cittadinanza, e più in generale il diritto a scegliere la propria patria. Sempre allo Steri, sempre alle 17, la tavola rotonda a cura di Libera ed Arci: “Uomini e no-le discriminazioni nel contesto italiano, dai procedimenti giurisdizionali al capolarato”, a cui hanno preso parte Gabriele Del Grande, Vincenzo Guarrasi, Roberto Iovino e Serena Romano; il compito di moderare è toccato a Fausto Melluso.

Per la sezione teatro, il PiccoloTeatro Patafisico ha ospitato lo spettacolo teatrale per bambini “Boako, la burattina che divenne Luna”, mentre al Teatro Ditirammu è andato in scena “Prima o poi dovrò arrivare”, con Marco Manera.

Alle 18, in Chiesetta, al cospetto della splendida Vucciria di Guttuso, l’attesissima ospite straniera Siri Ranva Hjelm Jacobsen è stata protagonista, insieme alla traduttrice Maria Valeria D’Avino, sua “voce” in Italia, di un reading dedicato a “Da un’isola all’altra, la memoria migrante”; a moderare l’incontro è stata Eva Valvo. Anche qui il pubblico è stato intrigato dall’incontro e ha rivolto interessanti domande all’autrice.

Un fuoco di fila di incontri anche alle 19: alla Biblioteca Vittorietti è stato proiettato il drammatico documentario “I migranti non sanno nuotare” a cura di Sòs Mediterraneè, mentre al Chiostro abbiamo parlato di “Buongiorno mezzanotte, torno a casa” di Lisa Ginzburg, insieme a Marcello Benfante e Giuseppe Marsala; intanto, al Museo Internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, Rosario Perricone e Cristoforo Spinella dialogavano con Gabriele Del Grande del suo “Dawla”.

La giornata volgeva al termine: c’è stato spazio ancora per alcune iniziative teatrali (dalle 21 al Teatro Biondo è andato in scena “Da questa parte del mare” di Gianmaria Testa con Giuseppe Cederna, mentre al Teatro Garibaldi, dalle 20.30, in collaborazione con Manifesta 12 si proiettava “L’ordine delle cose” di Andrea Segre, che ha dialogato con Alessandra Sciurba).

Intanto, allo Steri calava il sipario sulla quinta giornata di Flm 2018; alle 20 si è svolta l’attesissima cerimonia di conferimento del premio “Antoine Doinel”, che ha visto vincitrice Gaia Garofalo, una dei cinque scrittori under 35 selezionati all’interno del progetto Ink 35, promosso da Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino/Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, grazie al sostegno di SIAE e MiBact all’interno dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”. Un gustoso aperitivo offerto dal Caseificio Bompietro ha chiuso la giornata: noi siamo stanchi, felici del successo dell’edizione e del calore del pubblico, e per vincere la malinconia pensiamo a domani, quando alle 20 sarà in scena l’imperdibile evento di chiusura del Festival: “Intolerance” al Teatro Massimo, sonorizzato dal vivo, regalerà a tutti un’emozione enorme (a questo link i dettagli dell’evento).

 

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