Flm visto da IoStudio | Adriano Sofri racconta Kafka

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24
Ott

Flm visto da IoStudio | Adriano Sofri racconta Kafka

di Alessandra La Marca
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Adriano Sofri presenta il suo ultimo libro “Una variazione di Kafka” al Festival delle Letterature Migranti. Durante la terza giornata della manifestazione Davide Camarrone, direttore artistico dell’evento, dialoga con l’autore allo Steri, ragionando sulle migrazioni nei testi, da chi scrive a chi legge, da un’interpretazione ad un’altra.

Il libro rappresenta un’analisi critica del testo La metamorfosi di Kafka e racconta un viaggio che parte da un’osservazione assolutamente casuale che porta alla luce delle storie particolarmente importanti.

“Una lettura interessante che permette di rileggere diversamente Kafka attraverso alcune annotazioni che muovono alla riflessione e all’indagine – afferma Camarrone – e da alcune osservazioni apparentemente laterali che indagano su alcune figure per finire di rimettere in discussione probabilmente l’intero testo.”

Sofri racconta di quando lesse Kafka in tedesco con accanto la versione italiana e di come scoprì per casualità l’errore di traduzione che sollevò la sua curiosità. “Le luci dei lampioni stradali si proiettavano sulla parete della stanza” è la frase del testo originale in questione che si trova nella seconda parte del “La Metamorfosi” che nella versione italiana si trasforma in “Le luci del tram elettrico”. La parola strassenlampen (lampioni) viene scambiata con strassenbahn (tram)Nel corso delle ricerche l’autore scopre che anche altre versioni in tutto il mondo hanno tradotto le luci del tram elettrico.

“Kafka era solito scrivere appunti per allenarsi alla scrittura – racconta Sofri– ed in una pagina del suo diario si legge l’effetto che fa la luce ferma dei lampioni sulla parete della sua stanza descrivendola virtuosisticamente con il gioco di luci. Subito dopo descrive anche l’effetto delle luci che fa il tram che arriva, – continua a spiegare lo scrittore – passando dalla fotografia dei lampioni al film del tram che si muove.

Arrivando così alla conclusione che sia stato lo stesso Kafka a cambiare la traduzione con la pubblicazione della seconda edizione. L’autore segue una pista dietro l’altra, incontrando diversi personaggi come Margarita Nelken, donna spagnola di famiglia ebraica dalla vita brillante e tumultuosa. Ella fu la prima deputata donna nel parlamento spagnolo, una plurilingue, proto femminista, pittrice e critica d’arte ed anche una traduttrice.

Nel 1925 esce la prima traduzione de La metamorfosi in forma anonima su un importante rivista spagnola che però è stata sempre accostata alla figura di Jorge Luis Borges. Sofri scopre, recandosi a Madrid per leggere i diari della Nelken, che fu ella stessa a tradurre per prima il libro. L’autenticità di Kafka è al centro della ricerca dello scrittore che racconta nel suo libro imbattendosi in varie peripezie romanzesche.

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