Totò e Vicè di Franco Scaldati

30 Nov 2022
17: 00 e 21:00
Cantieri Culturali alla Zisa - Spazio Franco

Totò e Vicè di Franco Scaldati

Teatro | Evento collateral – Ticket su https://www.spaziofranco.com/
In scena 29 e 30 novembre

Totò e Vicè di Franco Scaldati
operina musicata per ombre e voci
adattamento testo, scena e regia Giuseppe Cutino
con Rosario Palazzolo, Anton Giulio Pandolfo,
Egle Mazzamuto, Sabrina Petyx,
Maurizio Curcio, Pierpaolo Petta
voci registrate Viola Palazzolo e Alberto Pandolfo
musiche originali Maurizio Curcio
costumi Mario Dell’Oglio per DELL’OGLIO PALERMO 1890
movimenti di scena Totò Galati
disegno luci Gabriele Gugliara
aiutoregia Peppe Macauda
progetto Anton Giulio Pandolfo – Ass. Cult Energie Alter-native, Palermo
produzione esecutiva ACTI Teatri Indipendenti, Torino
con il sostegno di Babel/Spazio Franco, Palermo – Compagnia dell’Arpa
Progetto vincitore Bando Premio IMAIE 2019

Ardua scommessa volere mettere in scena il mondo e la poetica di Scaldati; unico modo plausibile per rendere omaggio a questo classico del nostro teatro, ho creduto fosse quello di potere accompagnare la musicalità dei testi di Franco con una nuova musica, che non si fosse mai accostata alle sue parole; così ho coinvolto Maurizio e gli ho affidato l’arduo compito di tradurre in note quelle parti che, per me, dovevano rappresentare l’Autore: ho chiesto, per ogni brano, specifiche sonorità ed ho inventato due nuovi personaggi, due Creature che non esistono in Totò e Vicè ma che da questo testo prendono vita: la parola parlata e la parola cantata. Ne è venuto fuori un piccolo lavoro teatrale in musica, una Operina, che ci ha fatto viaggiare, sognare, vivere e respirare il nostro tempo attraverso parole di un tempo solo apparentemente lontano. Totò e Vicè è il teatro che mette in scena quella umanità che vive sempre in penombra ma sulla scena mostra l’insopportabile luce della felicità. Con umiltà ci siamo accostati al Maestro per prenderne le distanze e riuscire, attraverso la nostra poetica e la de-costruzione delle Sue parole, ad unire mondi all’apparenza distanti ma i cui confini sono così labili da potere essere varcati con un semplice soffio. (G.C.)