Venerdì 6 ottobre | Il racconto del terzo giorno di Flm 2017

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Ott

Venerdì 6 ottobre | Il racconto del terzo giorno di Flm 2017

Giunti al weekend, ci lasciamo alle spalle il successo di questa terza giornata: musica, incontri e dibattiti hanno reso questo venerdì un appuntamento imperdibile.

In mattinata, spazio alle scuole; nel bene confiscato di via Carducci, sede di Radio Cento Passi, affidato al Liceo Scientifico Galilei, i ragazzi dell’alternanza scuola lavoro hanno incontrato lo scrittore Shady Hamadi. Allo Scientifico Cannizzaro, invece, studenti e docenti si sono confrontati con Emiliano Abramo, autore di Welcome!.

Intanto, allo studio Minimum è stata inaugurata la mostra Migrant’s Guide to Sicily di Simone Sapienza, visitabile fino a domenica 8 ottobre e già esposta presso La Triennale di Milano, UPHO Festival a Malaga, al Museum of Photography Photobiennale a Salonicco e al Bitume Photofest a Lecce.

Alle 11:00, al Complesso monumentale di Sant’Antonino, abbiamo continuato le riflessioni sulla lingua che sono state il fil rouge di molti degli incontri dei giorni scorsi; con Youssef El Barodi, autore belga di origini marocchine, e Antonio Lavieri, abbiamo analizzato il rapporto tra lingua d’origine e scrittura e tra tradizioni e identità religiosa.

La riflessione su Palermo, non quinta prospettica ma protagonista indiscussa di questa edizione del festival, dopo l’inaugurazione del Lungomare delle Migrazioni, è continuata alle 12:00, all’Accademia di Belle Arti – Palazzo Fernandez, con Open Art Museum, nome che è già un gioco di parole con Open Air Museum; il progetto di uno spazio di dialogo e condivisione all’aperto, che rientri nel percorso di riqualificazione della zona della Cala, porto che come una madre accoglie chi parte e chi arriva in città, è stato illustrato al pubblico. Un vero museo a cielo aperto, un’opera da condividersi con l’amministrazione comunale di Palermo e la Soprintendenza del Mare.

Uno sguardo nostalgico sulla nostra città è stato lanciato da Piero Violante con il suo Swinging Palermo, nel suggestivo contesto dell’Archivio Storico Comunale. Doppio appuntamento col sorriso, invece, a Palazzo delle Aquile, dove Francesco Maino ha parlato del suo Cartongesso e Giordano Meacci di Il cinghiale che uccise Liberty Valance, finalista al Premio Strega 2016, per un confronto serrato sulla forma stilistica come veicolo privilegiato del contenuto.

Riuscire a tradurre l’intraducibile è stata la sfida lanciata da Moshe Kahn e Fabio Pedone, insieme a Maike Albarth, mentre una folla di manifestanti brandiva cartelli e rendeva faticoso l’ingresso al Palazzo.

“Il Mediterraneo è una strada” per Michel Gras che, al Museo Salinas, culla dell’arte antica e delle origini della Sicilia e sede della splendida metopa del ratto di Europa, simbolica rappresentazione del continente Mediterraneo e delle migrazioni che lo hanno attraversato, ha dialogato con Francesca Spatafora e Davide Camarrone. Sempre al Salinas sono state inaugurate le esposizioni L O S T e Chi cammina sulla neve fresca senza voltarsi non lascia impronte, di Serena Vestrucci. Sono visitabili fino al 5 novembre.

Commozione ed emozione alla Missione di Speranza e Carità con la proiezione di Biagio, film di Pasquale Scimeca dedicato a Biagio Conte, padre spirituale degli ultimi a Palermo. In un clima conviviale e sereno, la serata è continuata con la cena sociale in compagnia degli ospiti della Missione e con danze e spettacoli delle comunità migranti.

“La musica è un’arte sociale” per Pietro Leveratto che, nell’austera Aula Magna di Giurisprudenza, ha dialogato con Dario Oliveri.

Un fuoco di fila di appuntamenti ha animato l’Archivio Storico; la filosofa Donatella Di Cesare, contrappuntata nella discussione da Davide Camarrone, si è chiesta se la democrazia resisterà al clima del terrore che vige negli ultimi anni e ha spiegato il suo concetto di tanatopolitica: non solo una politica che mira alla morte, ma una politica che si esplicita attraverso la morte stessa. A questo incontro ha fatto seguito Mr. President. Da George Washington a Donald Trump con Fernando Masullo che ha illustrato il suo libro, edito da CasaSirio, in cui una serie di agili schede introducono la storia dei presidenti degli Stati Uniti.

Ultimo incontro in sala della giornata è stato quello dedicato ad Antonio Gramsci, ad ottant’anni dalla sua tragica scomparsa. Salvatore Nicosia e Piero Violante ne hanno discusso col pubblico a partire dalla biografia di Antonio A. Santucci.

Spazio anche al Palinsesto Audiovisivi a Palazzo Branciforte, alle 21:00, con la proiezione del film Arcipelaghi, primo lungometraggio di Giovanni Columbu.

In serata, come sempre, spazio a piazza Bellini, cuore della manifestazione, che ha ospitato un caleidoscopio di eventi. Abbiano iniziato con lo sguardo fresco e attento che sei minori stranieri non accompagnati, seguiti nel loro percorso da tutor del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, hanno rivolto alla città che li ha accolti. Le loro impressioni sono state immortalate nel documentario Attraverso Palermo, un punto di vista nuovo e particolare sui nostri quartieri.

E mentre continuavamo a fotografare il pubblico, interrogandolo sulla sua idea di accoglienza, di apertura e ascolto, per il contest su Instagram #lamiaaccoglienza, abbiamo ascoltato Luigi Manconi parlare di Non sono razzista, ma. La xenofobia degli Italiani e gli imprenditori politici della paura ed affermare con rigore che il razzismo è un fenomeno che merita indiscussa riprovazione morale. È stata poi la volta di Giordano Meacci e del suo appassionato ritratto del menestrello del rock con Dylan. Bob Dylan.

E mentre la piazza risuona delle note di Raffaella Daino e della band siciliana Nkantu D’aziz, vi diamo appuntamento a domani per la quarta giornata di incontri del Festival delle Letterature Migranti.

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